Sanremo è Sanremo, anche se questa volta sembra non sia rimasto immune dal mondo che lo circonda, proprio il Festival simbolo della fine della guerra diventa mezzo di propaganda nel momento di divertimento e svago per chi lo guarderà.
Le regole sono quelle, qualcosa di LGBTquioxdnoknckjwcnjkw (più lettere meglio che meno), qualcosa di finto razzista con qualche commento falso da mandare in onda e qualche disagiato che canta magari spiegando i finti problemi esistenziali nelle canzoni.
Speriamo in Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Albano per cantare la vita e prospettive, loro che il Festival lo hanno reso grande nel mondo.
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