Quest’anno il 1 maggio non poteva che essere differente, niente concerto e soprattutto un numero crescente di lavoratori che hanno perso l’impiego. Le varie associazioni hanno pensato con lo spirito comunista di non deludere nessuno e includere tutti, visto il numero di persone che richiedono un sussidio si è reso necessario cambiare il nome della giornata ponendo in risalto la difficoltà economica degli italiani. C’è poco da scherzare ma noi ci proveremo lo stesso, non è possibile andare avanti in queste condizioni, però è tanto bello rimanere a casa con le chiappe sul divano ad aspettare il bonifico dello Stato.
L’Italia sta facendo di tutto per farci sopravvivere, il problema è che dopo dovremmo lavorare, sarà finita quell’Italia dei favori, delle comodità e di quelle mezze verità che tanto ci facevano comodo, lo Stato non potrà più permettersi di lasciarci evadere anche solo non facendo uno scontrino. Sarà un nuovo mondo dove noi ci renderemo conto con la nostra inciviltà di essere i nuovi indigeni.
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