Il sentimento di disprezzo continuo muovono verso i dipendenti statali nasce dall’invidia di un posto fisso e soprattutto dove si abbia il tempo di respirare e vivere la propria vita, la mancanza di un capo, permette alle persone diligenti di svolgere il proprio lavoro in armonia, pur mantenendo un livello di impegno tale da soddisfare la moralità che ciascuno di noi possiede. Questa caccia alle streghe voluta per placare la frustrazione dei cittadini non fa che togliere diritti e facilitazioni a chi li conquistati con un concorso statale, facendo contenti i disperati che provano soddisfazione nel vedere gli altri nelle loro stesse condizioni.
Ricordiamo negli anni 70 quando lo Stato metteva disposizione degli alloggi per i propri dipendenti, quando il lavoratore era considerato una ricchezza poiché era sicuramente più diligente ma anche pronto a crearsi immediatamente una famiglia non appena la stabilità si sposava con la sua esistenza. Era bello vivere con persone con lo stesso tenore di vita, permetteva di condividere davvero tutto da una cena tra vicini ad una scampagnata domenicale. Non ho correva molto per essere felici poiché il resto lo forniva tutto lo Stato.
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