Il calcio è un prodotto e come tale in vendita al miglior offerente, anche in Arabia; paese che non rispetta i diritti degli uomini non dovrebbe avere la possibilità di ospitare eventi sportivi, che per definizione cercano uguaglianza tra tutti gli atleti. L’anno scorso ci fu polemica per le donne allo stadio, quest’anno non si sente più nemmeno parlare di quello, un paese arretrato che siede al tavolo dei potenti solamente per le risorse economiche delle loro terre zeppe di petrolio.
Ci chiediamo quando tra settant’anni finirà se le loro economie saremmo stati in grado di creare ulteriori fonti di ricchezza, oppure torneranno della miseria che li aveva contraddistinti nei secoli scorsi. Grosse squadre di calcio, società finanziarie per decine di miliardi di euro, oramai il mondo arabo si sta prendendo l’Occidente e non ce ne siamo neanche più accorgendo. In capace di progredire, veniamo sul classati dalle famiglie arabe con più figli, dei loro figli stessi a scuola, il benessere rende meno competitivi.
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