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Grande Torino va in paradiso e gioca da Dio

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“Solo il fato li vinse, solo il destino di dominò”. Racchiude la storia del Grande Torino,  spesso nelle leggende si esagera nel definire i protagonisti, per loro invece crediamo l’italiano pecchi in varietà di aggettivi ad accezione positiva.  Nel dopo guerra l’Italia ripartiva da sotto zero, nei matrimoni ci si regalavano stoviglie e la ripresa era lenta, non da confondere con il boom economico negli anni successivi.

 

Le grandi imprese sportive come quelle di Fausto Coppi, e soprattutto del grande Torino univano la nazione in quei momenti aspri. Trovarsi tutti davanti alla radio, avere un qualcosa di cui gioire e ritrovare l’orgoglio nazionale perduto dopo  la sconfitta e le umiliazioni subite: durante la ritirata dei tedeschi e soprattutto per le marocchinate.  Oltre il calcio spettacolare e innovativo, furono la prima squadra a spostarsi in aereo: addirittura chiamati dal orgogliosissimo Brasile adinsegnare calcio, questo dà forse davero l’idea della grandezza di questo team.

 

Il trofeo più grande lo hanno regalato con la loro vita, unendo tutti i tifosi  nel  ricordo, Bagicalupo era l’unico giocatore del Torino a non giocare in nazionale, al suo posto il portiere della Juventus. Sul luogo dello schianto fu trovato il portafogli del portiere granata, con dentro la foto di quello juventino.

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