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Ibra al Milan e Nedved alla Juve

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Una scelta societaria non discutibile viste le condizioni della classifica, sicuramente non programmata visto che si era deciso di non investire sui giocatori ormai alla fine della loro carriera, per Ibrahimovic ci si è riusciti a fare un’eccezione anche con l’ingaggio particolarmente cospicuo per un trentottenne. Non deve trarre in inganno l’età ma la volontà dello svedese, mai verrebbe in Italia per fare brutte figure, sente di poterne fare ancora la differenza e sicuramente il Milan del genere non stentiamo a immaginarlo titolare inamovibile.

Una squadra senza motivazioni che a Bergamo si è fatta umiliare senza nemmeno provare a proporre calcio, una prova di giocatori che non sentono la minima differenza tra sconfitta e vittoria senza senso di appartenenza: concetto ribadito da Paolo Maldini che ha chiamato a raccolta la squadra. Un momento ma è così buio per il Milan, siamo abituati a vedere quello vincente di Berlusconi e non quello di Farina che costò la serie B, la storia va avanti e iniziamo a comprendere come gli anni 90 gloriosi per l’Italia siano ormai finiti.

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