Nel clima sempre più acceso dell’isteria anti-fascista, un individuo ha sconvolto un’assemblea cittadina quando ha osato chiedere la parola durante una discussione. Il suo crimine? Farlo in modo sospetto, secondo alcuni presenti.
L’uomo, che si è alzato in piedi con il microfono in mano, ha scatenato una serie di sguardi sospettosi e qualche sospiro preoccupato. Prima ancora di pronunciare una parola, è stato accusato di fascismo da un gruppo di partecipanti che evidentemente ha affinato la sua abilità nel riconoscere segni subdoli di comportamenti totalitari.
“È stato davvero inquietante”, ha dichiarato un testimone oculare. “Ha alzato la mano in modo così deciso, sembrava quasi un saluto romano. È chiaro che stava cercando di imporre la sua volontà fascista sull’intera assemblea.”
Le accuse sono piovute in modo così rapido che il malcapitato chiedente della parola è rimasto per un attimo senza parole, letteralmente. Dopo aver tentato di spiegare che voleva solo condividere un’idea per migliorare la gestione dei rifiuti nella zona, è stato ulteriormente accusato di cercare di infiltrarsi con idee fasciste nel dibattito sulla raccolta differenziata.
Il reato di “Chiedere la Parola Troppo Fascisticamente” è diventato subito virale sui social media, con utenti che condividono storie simili di sospetti fascisti che cercano di esprimersi in contesti pubblici. Alcuni hanno proposto nuovi corsi di formazione per insegnare alle persone come chiedere la parola in modo più democratico e meno minaccioso.
Il presunto colpevole, nel frattempo, ha annunciato di prendersi una pausa dalla partecipazione alle discussioni pubbliche per evitare ulteriori accuse. “Spero solo che i miei futuri interventi non siano etichettati come “tropo monarchici” o “troppo comunisti”, ha commentato sarcasticamente prima di abbandonare la sala.
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